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Il Padua vince ma non convince

Ragusarugby, 18 ottobre 2015

 
Senza brillare il Padua porta a casa una vittoria che comunque fa morale e azzera i quattro punti di penalizzazione.

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In settimana il coach biancazzurro, German Greco, era stato chiaro: con i Briganti non sarebbe bastato vincere; bisognava anche convincere.
Non lo hanno accontentato, i suoi ragazzi. O meglio, lo hanno fatto, ma solo parzialmente. Il Padua infatti torna a da Catania con una vittoria, ottenuta grazie alla loro superiorità tecnica e fisica, ma quanto a gioco ancora non ci siamo. Sarà perché, come sostiene Greco, è stato sottovalutato l'avversario, sarà perché i catanesi non sono più la squadra materasso di un tempo, fatto sta che l’incontro è stato equilibrato per tutti gli ottanta minuti e i ragusani hanno avuto la certezza di portare a casa il risultato solo dopo la meta di Antonio Modica, arrivata solo a tempo quasi scaduto. Fino a quel momento il Padua era sì davanti, anche se di soli quattro punti, ma per come stavano andando le cose in campo la vittoria non era per niente garantita. E siamo sicuri che, nonostante a fine partita il tecnico dei catanesi, Angelo Scrofani, si sia dichiarato soddisfatto, in considerazione della giovane età della sua squadra e della conseguente relativa esperienza, un pensierino alla vittoria lo avrà certamente fatto.
L'inizio è di marca brigante. I catanesi sembrano più in palla o, semplicemente, hanno più voglia di giocare.
Al 3° una punizione per placcaggio pericoloso permette ai tuttirossi di passare in vantaggio. Il piede è quello di Giosuè Di Prima. Il centro etneo però non è bravo solo nel centrale i pali. Sette minuti dopo c'è un’azione dei padroni di casa che si sviluppa a metà campo, ma i catanesi non riescono a sfondare. Di Prima allora decide di calciare a seguire per se stesso. Il calcio non riesce alla perfezione, nel senso che il centro non riesce riprendere al volo l’ovale, ma i rimbalzi colgono di sorpresa la difesa iblea ed è lo stesso giocatore a recuperare il pallone e a schiacciare in meta. La successiva trasformazione però non gli riesce. 8 a 0 e Padua ammutolito.
Eppure i ragusani si dimostrano superiori in mischia e, almeno sulla carta, lo sarebbero anche come collettivo. Oggi però non c’è verso di dimostrarlo. Così passano i minuti e la situazione non si sblocca. I Briganti non è che siano proprio padroni del campo, ma i paduini non riescono a prendere in mano il gioco.
L’esperienza però a volte può fare la differenza. Accade al 23°. I Briganti giocano una mischia nella propria metà campo ma i ragusani vanno in spinta e conquistano l’ovale. Comitini apre il gioco, poi si forma un maul e poi di nuovo il gioco viene aperto. Alla fine di questi “stop and go” è Enoc Valenti a ritrovarsi al largo senza avversari di fronte e lui non deve fare altro che schiacciare in meta. Peppe Iacono, nonostante la posizione non proprio centrale, trasforma. 8 a 7.
Il tempo di rimettere in gioco e il Padua passa in vantaggio. Punizione veloce battuta dai ragusani, catanesi che fanno le belle statuine e Peppe Iacono entra in area di meta come il coltello caldo nel burro. L’apertura iblea questa volta non c'entra i pali. 8 a 12, risultato sul quale si va al riposo.
German Greco però, nonostante il vantaggio, non è contento dei suoi e li striglia con parole che è bene non riportare. E sostituisce Luca Cavalieri, Ernesto Vindigni, Giorgio Comitini e Giorgio Carbonaro con Alessandro Cappa, Eugenio Lo Presti, Ruben La Rocca e Giuseppe Garolfo.
Le cose però in campo non cambiano di molto e, se si può, la partita diventa ancora più noiosa. In pratica per i successivi 39 minuti non accade nulla di rilevante. Il Padua tiene di più il pallino del gioco in mano, senza però riuscire a concretizzare tale superiorità con i Briganti che, di tanto in tanto, riescono anche a farsi pericolosi.
Si arriva così al quarantesimo. Il Padua batte veloce una punizione, Antonio Modica fa il break poi passa ai compagni; si forma un maul che crolla proprio sulla linea di metà. Il pilone ibleo strappa il pallone dalla ruck e, cogliendo di sorpresa tutti, si tuffa in meta. Peppe Iacono arrotonda. 8 a 19 e l’arbitro fischia la fine.
Finita la cronaca dell’incontro è giusto dire anche due parole sull’arbitro, il signor Schilirò di Catania. Che un arbitro abbia diretto bene o male un incontro, è un giudizio molto personale, sul quale si può discutere all’infinito. Ma impedire di svolgere al meglio il proprio lavoro a chi ogni domenica sta a bordo campo per documentare un avvenimento sportivo è inqualificabile.
Oggi è successo: non ci è stato consentito di seguire da bordo campo, come facciamo da anni, l’incontro che si è giocato al San Teodoro di Catania con una motivazione che non ammette repliche: “Perché lo dico io”. E se lo dice lui chi può opporsi?