ARTICOLI
La fame che fa vincere
Ragusarugby, 30 marzo 2014
Un Padua con le bollicine ha la meglio su un Viterbo che non aveva piÙ nulla da chiedere al campionato. Ottima prova di tutti e 22 i biancazzurri, con menzione speciale per Andrea Battaglia e Peppe Iacono
Oggi al campo di via della Costituzione di Ragusa si sono affrontate due squadre che avevano stati d’animo diversi: i padroni di casa del Padua, che avevano assoluto bisogno di vincere per restare in corsa nella lotta per la salvezza, e il Viterbo, che invece non aveva quasi più nulla da chiedere a questo campionato se non ancora qualche punto per raggiungere la matematica permanenza in B.
Dopo ottanta minuti belli e combattuti ha vinto il XV che aveva più motivazioni, quello che ha fatto vedere un rugby più spumeggiante e arioso, quello che, in definitiva, aveva più fame di punti.
Che il Padua fosse sceso in campo con la vittoria come unico obiettivo lo si è capito fin dal fischio d’inizio: neanche il tempo di rendersi conto che la partita è iniziata che già i ragusani sono in vantaggio. Siamo al 2° e un Peppe Iacono in giornata come non accadeva da tempo, alla fine risulterà uno dei migliori in campo, lancia la sua linea di trequarti con Adriano Scrofani che riesce a bucare la difesa neroverde. Meta, che capitan Iacono trasforma. 7 a 0 e quasi nessuno ci crede.
Ma non finisce qui. Palla a centro, si ricomincia e Scrofani ribuca i trequarti ospiti e poi serve a Giuseppe Modica un pallone che deve solo essere schiacciato sotto i pali. Peppe Iacono trasforma ancora. 14 a 0 e Viterbo non pervenuto.
La partita la fanno i ragusani, i laziali tamponano come possono e tutte le volte in cui si presentano nella metà campo iblea, commettono falli inutili che permettono ai padroni di casa di riprendere in mano il pallino del gioco.
Capitan Iacono è ispirato e, da buon direttore d’orchestra, fa suonare come mai si era visto in questa stagione la sua squadra. Ma il numero 10 biancazzurro è anche un primo violino, così all’11° prova un drop da quaranta metri ma l’ovale si spegne a lato, mentre al 16° centra i pali con una punizione concessa dal signor Schilirò per un ingresso laterale in ruck di un giocatore ospite. 17 a 0.
Il Padua continua a macinare gioco, deliziando quel centinaio scarso di spettatori che sono presenti in tribuna, ma per una ventina di minuti si tratta solo di rugby champagne che però non porta punti. In questa fase si mette in evidenza Marco Marlin che in un paio di occasioni si avvicina alla meta ma la sfiora solo. Al 36°, in realtà Stefano Iacono una meta l’avrebbe anche segnata, quando un avversario ha perso in avanti l’ovale quando era dentro la sua area di meta, solo che il signor Schilirò non ha visto il tocco di Iacono e ha fischiato solo una mischia a favore del Padua.
L’appuntamento con la marcatura è però rimandato di soli due minuti. C’è una ruck nei cinque metri laziali, Adriano Scrofani, ancora lui, passa in mezzo alle maglie neroverdi e mette a segno una doppietta. Capitan Iacono questa volta non centra in pali. 22 a 0 e squadre che vanno al riposo.
Al rientro tra le fila dei ragusani non c’è più Cristian Iacono, uscito zoppicante alla fine del primo tempo, e al suo posto entra Paolo Bellio, con il conseguente spostamento di Mario Bella in seconda linea e Andrea Battaglia in terza.
La musica però non cambia, visto che sono ancora i biancazzurri a scrivere lo spartito.
La partita è dura e a farne le spese sono soprattutto i giocatori ospiti. Così tra il 42° e il 48° coach Fabiani è costretto a far uscire Luca Scaglione, Massimiliano Perandria e Davide Dattilo, e al loro posto entrano Maurizio Santucci, Angelo Martella, Andrea Menghini.
Ma la partita è dura anche per i ragusani, e coach Vinti tira fuori Stefano Iacono e Antonio Modica, a corto di fiato, e mette dentro Gabriele Calamaro e Giuseppe Di Mauro.
Al 53° arriva la quarta meta biancazzurra: presa al volo difettosa di un giocatore neroverde, ovale nelle mani ragusane e Marco Giallongo che finalizza l’azione di rapina. Peppe Iacono trasforma. 29 a 0.
La partita sembra si possa chiudere qui, ma chi lo pensa non fa i conti con l’orgoglio laziale e la stanchezza dei biancazzurri.
Fin qui il Padua ha giocato una partita praticamente perfetta e a ritmi che sono di categoria superiore, con uno spreco di energie veramente enorme. Ottenuta la meta del bonus, il primo in stagione, la tensione cala un po’ e la fatica inizia a farsi sentire.
Al 55° Michele Campanella lascia il suo posto ad Andrea Solarino ma al 59° arriva la prima meta degli ospiti. Ruck a un metro dalla meta iblea proprio accanto alla bandierina di sinistra e il numero otto, Emiliano Cardoso, è lesto a prendere l’ovale e tuffarsi oltre la linea. Andrea Menghini sbaglia la trasformazione. 29 a 5.
Massimiliano Vinti corre ai ripari e mette subito dentro Stefano Tumino, Paolo Iacono e Ottavio Modica che prendono il posto di Mario Bella, Giuseppe Modica ed Enoc Valenti.
La mossa dà un po’ di respiro alla difesa iblea ma ad attaccare è sempre il Viterbo.
Al 62° una bella azione corale dei trequarti ospiti porta Mattia Cecchetti in meta. Stefano Bocchino non centra i pali. 29 a 10.
Il Padua sente che la partita potrebbe sta per passare di mano e allora stringe i denti e ricomincia a giocare. L’incontro si fa allora equilibrato, con una leggera supremazia ospite ma con i ragusani che controllano senza troppi patemi d’animo.
Si arriva così al 40° senza che accada nulla di importante se non i cinque minuti di recupero che il signor Schilirò decide di concedere. E proprio all’ultimo di questi minuti arriva la meta di Lorenzo Cemicetti che, con la trasformazione di Menghini, porta il risultato sul 29 a 17 finale.
Al triplice fischio tanti sorrisi e tanta gioia per i giocatori paduini e per l’allenatore ibleo, felice perché finalmente, insieme al bel gioco, sono arrivati anche i punti.
Punti che, in considerazione delle contemporanee sconfitte di Rieti e Avezzano, permettono ai ragusani di sopravanzare le due concorrenti nella lotta per la salvezza e di guardare con un po’ più di ottimismo alle ultime quattro giornate.
Migliore in campo Andrea Battaglia, un gladiatore.