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Risultato bugiardo

Ragusarugby, 16 marzo 2014

 
Il Padua Rugby Ragusa torna da Colleferro con un’altra sconfitta, ben piÙ ampia nel risultato di quanto non si sia realmente visto in campo. Ma adesso i ragusani devono concentrarsi sui prossimi impegni, che saranno quelli decisivi per la permanenza nella serie cadetta
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Quando si scende in campo senza poter contare, tra squalificati, infortunati e indisponibili per diversi motivi, su ben tredici atleti e avendo, tra campo e panchina, ben tre debuttanti e uno che fino ad oggi aveva giocato in campionato appena 13 minuti, è difficile pensare di poter portare punti a casa, tanto più se stai affrontando, in trasferta, la terza forza del campionato.

Se a tutto ciò si aggiunge il fatto che la società biancazzurra non ha potuto contare nemmeno sui propri tesserati che giocano con l’Accademia Zonale di Catania, la cui dirigenza, per l’occasione, non ha voluto liberare i tre atleti ragusani, nonostante la difficoltà oggettiva in cui si trovata l’allenatore ibleo e l’impegno relativamente facile che vedeva impegnato il XV dell’Accademia, allora solo immaginare di poter aggiungere punti alla deficitaria classifica paduina era pura fantascienza.

Ciò nonostante il Padua Rugby Ragusa, che aveva a referto soli 20 atleti, ha giocato alla pari con il più forte Colleferro, gestendo l’ovale per almeno 60 minuti, ma è stato castigato dal cinismo dei laziali, bravi a trasformare in punti ogni errore commesso dagli iblei. Alla fine il punteggio, 38 a 10, penalizza oltremodo la squadra di coach Vinti che, invece, avrebbe meritato di tornare in Sicilia quanto meno con un punto di bonus.

L’inizio della sfida è tutto dei paduini, che costringono per almeno cinque minuti i padroni di casa nella propria metà campo.
La mischia tiene, la touche funziona, la squadra gira, ma punti neanche a parlarne. E il primo errore della difesa biancazzurra viene pagato a caro prezzo. Siamo all’8 e i rossoneri dispiegano la loro arma letale: la mischia. Metro dopo metro i colleferrini si avvicinano all’area di meta iblea, e quando l’ovale arriva, siamo a tre metri dalla fatidica linea, al pilone Alessio Leo, grande e grosso come un armadio a tre ante, la difesa paduina non riesce a far altro che placcarlo all’altezza del petto. Il risultato è scontato: rinculo del placcatore fin dentro l’area di meta e ovale schiacciato in meta. Fabrizio Pennese, che all’andata non aveva sbagliato un solo calcio, continua la sua striscia positiva. 7 a 0.

Nonostante la meta subita, il Padua non accusa il colpo e resta padrone del gioco, anche se però si tratta di un gioco sterile.
Sedici minuti dopo vanno in scena gli otto minuti che segneranno la partita.
24°: touche dei laziali nei 22 siciliani, buco sui centri, e Manuel Panetti può andare indisturbato a tuffarsi in meta. Pennese non perdona. 14 a 0.
29°: gioco al largo dei trequarti rossoneri, che nel frattempo hanno preso coraggio dopo un inizio titubante, Gianluigi Gualdambrini riesce a doppiare l’ala ragusana e si invola in meta senza ostacoli. Pennese concede il tris. 21 a 0.
32°: il Colleferro è nuovamente nei 5 metri iblei, la difesa pasticcia, Peppe Iacono commette un fallo di ostruzione nei confronti di un giocatore laziale e l’arbitro, il signor Schipani della sezione di Benevento, forse un po’ precipitosamente, assegna una meta di punizione alla squadra di casa. Poker di Pennese. 28 a 0 e partita che virtualmente si chiude qui.
Nel frattempo Giuseppe Garozzo si è fatto male a una caviglia e così Massimiliano Vinti lo sostituisce con Mario Bella.
Con un “uno, due, tre” di questo genere qualunque squadra avrebbe accusato il colpo. Il Padua non è da meno e nei restanti 10 minuti è come frastornato. Per fortuna però riesce a non subire altre marcature.

Nell’intervallo coach Vinti ricarica i suoi, sostituisce Marco Muccio, buono il suo debutto, con Marco Marlin, e alla ripresa i ragusani tornano pimpanti così come lo erano stati nei primi trenta minuti di gioco. Pimpanti come prima, ma allo stesso modo inconcludenti, nonostante la netta superiorità degli avanti sia in touche che negli altri fondamentali.
La partita la fa il Padua ma, vuoi perché la linea dei trequarti si schierata non molto profonda, vuoi perché alcuni errori si ripetono, il risultato non si schioda dal 28 a 0 con cui si è chiusa la prima frazione di gioco. 
Da annotare sul nostro tabellino solo le sostituzioni: al 49° esce Elia Padovese per Roberto Caringi; al
52° Pennese viene sostituito da Andrea Prati e Giuseppe Di Mauro da Antonio Modica; al 61° Lorenzo Castiello, devastanti alcuni suoi placcaggi, cede il suo posto per Giorgio Criscione.
Al 62° uno schema provato e riprovato in allenamento permette ad Adriano Scrofani di bucare finalmente la difesa rossonera. Il piede di Peppe Iacono non è preciso come lo è stato quello di Pennese. 28 a 5.
Il Colleferro si scuote e si catapulta in attacco. Al 69° arriva la seconda meta personale di Gualdambrini che, dopo una lunga azione alla mano, nonostante venga placcato a ridosso della linea di meta riesce lo stesso ad allungarsi e schiacciare. Matteo Cerquozzi si incarica di trasformare ma non centra i pali. 33 a 5.

Solarino zoppica da qualche minuto e allora, siamo al 72°, Vinti fa esordire Stefano Russo che, nonostante la sua giovane età, 22 anni, e il difficile ruolo, pilone, non fa rimpiangere il più esperto compagno.
Ormai si gioca per lo spettacolo e così, all’ottantesimo, Peppe Iacono si inventa un calciopassaggio che viene raccolto da Antonio Modica, nell’insolito ruolo di ala. Il tallonatore biancazzurro, come il più consumato dei trequarti, finta dopo finta si avvicina pericolosamente alla meta avversaria. Quando sta per essere accerchiato scarica l’ovale a un altro improbabile trequarti: Michele Campanella. Questi, a sua volta, ripassa a Modica che, a quel punto, deve solo correre per poi prodursi in un tuffo plastico che vale una meta. Peppe Iacono sbaglia ancora la trasformazione. 33 a 10.
L’arbitro decreta tre minuti di recupero e il Colleferro torna di nuovo a farsi pericoloso. E dopo un batti e ribatti sulla linea dei cinque metri ragusana, all’83°, è Marco Battisti a violare la meta biancazzurra. Cerquozzi non trasforma e il signor Schipani fischia la fine delle ostilità.