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Trasporto pubblico, le promesse non mantenute

La Città, 28 ottobre 2006

 
La questione del trasporto pubblico a ragusa

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Mercoledì, ore 11,30, via Psaumida, zona Selvaggio. Il sole ormai non è più quello estivo ma quando c’è riesce ancora a scaldare. È giorno di mercato e una ventina di persone, donne, ragazze, anziani, con i loro sacchetti e carrellini pieni di frutta, maglioni o scarpe, si accalcano sul marciapiede di fronte all’ingresso dello spiazzo del mercato, tra loro e la strada le automobili in sosta sulla fermata, in attesa dell’autobus urbano, che sarà costretto a fermarsi sulla carreggiata.
Sabato, ore 12,30, corso Italia, accanto alla filiale del Banco di Sicilia. Pioviggina e un gruppo di pensionati aspettano, riparandosi con gli ombrelli o sotto il cornicione del palazzo, l’autobus urbano. Anche qui la fermata (questa volta però è segnalata) è occupata da vetture in sosta.
Domenica, ore 17,05, Piazza San Giovanni. Due turisti, un uomo e una donna, si guardano intorno alla ricerca di qualcosa. Parlano con un passante che indica loro, con faccia abbastanza perplessa, il corso Italia. I due turisti stanno cercando un mezzo pubblico che li porti a Ibla ma non sanno se ci sia, dove si fermi, l’ora in cui passi. La stessa cosa si sarà chiesto, lo desumiamo dalla sua espressione, il passante cui hanno chiesto informazioni.
Qualche numero fa questo giornale ha pubblicato un articolo (Un traffico da ultimi posti, Vincenzo La Monica, 30/09/2006) che metteva in risalto, ahinoi, come Ragusa si piazzasse al 93° posto (su 103)  nella classifica sulla qualità della mobilità delle province italiane elaborata dall’ACI e dall’Eurispes. Secondo lo stesso rapporto ci piazziamo quart’ultimi in quanto ad estensione della rete del trasporto pubblico, mentre ci va un po’ meglio (quint’ultimi) riguardo al suo reale utilizzo.
Quelli appena citati non sono certo risultati di cui essere orgogliosi, e i tre episodi che abbiamo raccontato all’inizio di questo articolo dimostrano come l’uso del servizio pubblico, nella nostra città, sia qualcosa di estraneo al nostro status di cittadini e, forse proprio per questo, non viene né incentivato né, evidentemente, utilizzato.
“La Città” si era già occupata di trasporto pubblico urbano nel gennaio di quest’anno. In quell’occasione Giorgio Firrincieli, addetto all’esercizio dell’Azienda Siciliana Trasporti di Ragusa, ci aveva dichiarato che l’AST era pronta “a fare la sua parte e per cominciare installerà nuove tabelle di fermata, più chiare e leggibili delle attuali, con specificati gli orari di passaggio dell’autobus e, nelle fermate delle zone periferiche, anche le pensiline. E tutto questo a costo zero per il Comune.”
Abbiamo fatto un giro per i quartieri di Ragusa, sia in centro che in periferia, e sapete in quale stato versano le fermate? In quasi tutte c’è un palo, alto poco più di due metri, sul quale sventola una tabella così scolorita da risultare difficile leggere la scritta “fermata AST” (ma a volte, come nel caso della fermata di via Psaumida, davanti al mercato, non c’è nemmeno quella). Le pensiline installate alle fermate, invece, sono veramente poche (noi ne abbiamo viste alcune lungo la via Archimede, una in via Psaumida), ma tutte risalgono ad una vecchia fornitura e, nel migliore dei casi, sono alquanto malandate. I pannelli con gli orari sono rari e quelli che ci sono (in tutto ne avremo visti una decina) sono vecchi e illeggibili.
Con un po’ di rabbia dentro ci siamo così recati presso la sede ragusana dell’AST, per avere spiegazioni sulla promessa non mantenuta.
 “Abbiamo ritenuto di aspettare l’insediamento del nuovo sindaco e nel mese di luglio abbiamo siglato un accordo con l’Amministrazione Comunale per una nuova riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico urbano. Abbiamo anche definito il tipo di pensiline che saranno acquistate e in quali fermate saranno installate. Chi volesse farsi un’idea, non ha che da passare da via Zama: lì ce n’è già una! Nelle fermate, come ad esempio in corso Italia, dove per motivi di spazio non potranno essere installate, piazzeremo le paline, dei grandi tabelloni, che avranno su un lato un manifesto pubblicitario e sull’altro tutte le informazioni che riguardano la linea urbana in questione. In definitiva, a partire dall’inizio del prossimo anno ed entro la fine della primavera tutte le fermate saranno munite di pensilina o di palina.”
Con queste parole siamo stati accolti dal signor Firrincieli, che ci ha anche detto che proprio in questi giorni, insieme al Comandante dei Vigili Urbani e a Giovanni Occhipinti, assessore ai Trasporti del Comune di Ragusa, si stanno studiando i nuovi tragitti e le nuove linee.
 “L’Azienda – è ancora Firrincieli a parlare – è cosciente del fatto che bisogna rendere appetibile il servizio pubblico. Abbiamo già proposto all’Amministrazione, nelle fasce orarie mattutine, pomeridiane e preserali, il raddoppio delle corse che vanno dalla periferia al centro della città e viceversa. Perché non è accettabile che se non si riesce a prendere l’autobus per andare al lavoro o per ritornare a casa si debba aspettare un’ora per la corsa successiva. Bisogna fare in modo che la gente acquisti fiducia e si abitui ad usare il mezzo pubblico per muoversi in città.”
Parole sante! Ma perché il cittadino si convinca a lasciare la propria auto in garage e si abitui a usare il mezzo pubblico occorre che ci sia una nuova concezione del servizio di trasporto pubblico urbano, che il parco mezzi circolante sia realmente ammodernato (non basta mettere sulle strade un paio di nuovi autobus), che ci sia un aumento delle corse, specie in alcune fasce orarie e per alcune tratte, che si istituiscano, come in tutte le città in cui gli autobus sono realmente utilizzati, corsie preferenziali per i mezzi pubblici e che l’Amministrazione Comunale attui una politica di agevolazioni sul costo degli abbonamenti per alcune categorie (lavoratori, studenti, pensionati). Altrimenti l’idea di rilanciare (ma per la nostra città si dovrebbe in realtà parlare di “lanciare”, visto che finora l’uso dell’autobus non c’è mai stato) il servizio di trasporto pubblico urbano è solo utopia, è solo un modo per vendere fumo.
Tutto questo, certamente, avrà un costo per le casse comunali e, dunque, per le nostre tasche. Ma fermarsi su questo punto è da miopi perché, nel complesso, la città ne avrebbe un miglioramento sotto diversi punti di vista, a cominciare dall’inquinamento per finire con l’immagine che ne daremmo ai turisti che ogni anno vengono a visitare le nostre bellezze artistiche.
E perché il grado di civiltà di un paese si misura anche attraverso l’efficienza del proprio servizio di trasporto pubblico urbano e, attualmente, la nostra città viaggia nelle ultime posizioni di questa speciale classifica. I dirigenti dell’AST ci hanno assicurato che, al più tardi per la prossima primavera, Ragusa avrà un nuovo piano di trasporto pubblico, nuove linee, nuovi arredi per le fermate. Parafrasando il nostro Presidente del Consiglio, noi non pretendiamo di entrare in zona Champions, ci accontenteremmo di arrivare in zona UEFA.
Aspettiamo, sperando che quanto è stato promesso venga realizzato. Noi, come al solito, vigileremo e ve ne renderemo conto su queste pagine.