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Il piacere del contatto con la gente

Operaincerta, 14 agosto 2006

 
Intervista a Stefania Pilato, addetta stampa dell'associazione The Entertainer e del festival Note di Notte

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Vuoi spiegare ai nostri lettori che lavoro fai?
La risposta corretta è giornalista, ma non credo che questo susciti grande curiosità. Voi di Operaincerta mi avete conosciuta nelle vesti di addetta stampa dell'associazione The Entertainer e immagino dunque che la domanda sia riferita a questo aspetto del mio lavoro. In estrema sintesi, comunico agli organi di stampa tutto ciò che riguarda le attività della committenza, siano concerti, come nel caso dell'Entertainer, o si tratti di altro. Ma questo è l'ultimo passaggio, in realtà a monte c'è un lavoro di preparazione e di approfondimento. Restiamo in ambito musicale, ma è un principio valido per ogni genere di manifestazione, non basta indicare giorno, luogo, ora e nome dell'artista che si esibisce. Questo è l'essenziale, s'intende, ma con poche battute bisogna tratteggiare ciò che offrirà lo spettacolo bilanciando le informazioni più popolari con quelle per palati più raffinati. Incuriosire con poche frasi e, possibilmente, stimolare colleghi e pubblico a partecipare. Fondamentale essere sempre aggiornata, non sai quante volte ricevo dalle agenzie curricula incompleti… Scatta dunque la telefonata per verificare e per integrare le informazioni, o per concordare interviste e via di seguito. Tutto ascoltando più volte il lavoro degli ospiti musicali. Non faccio un taglia e incolla con le schede delle agenzie. Mi documento, ascolto, e poi metto nei comunicati un pezzettino delle mie impressioni. E sono a disposizione dei colleghi per soddisfare qualsiasi richiesta prima e dopo gli spettacoli. Informazioni supplementari, foto, elenco completo dei brani in scaletta…

Come si fa a lavorare in un ufficio stampa? Come hai iniziato?
Mi credi se dico che alla prima domanda non so rispondere? Io ho cominciato per caso, proprio con The Entertainer. Nel 2003 Mariolina (Marino, presidente dell'Associazione The Entertainer) si è rivolta ad un giornalista che vive a Roma per curare l'ufficio stampa della seconda edizione di Note di Notte. La distanza non gli consentiva di seguire tutto con la dovuta attenzione, così, conoscendo la mia passione per la musica e il mio modo di scrivere mi ha chiesto di collaborare seguendo da vicino la manifestazione. Una responsabilità, ed una sfida, non da poco per me che non avevo idea di cosa fosse un ufficio stampa! Per orgoglio non chiedevo nulla e, ovviamente, non volevo deluderlo. Ti dico solo che in quaranta giorni ho perso dodici chili! Oggi la collaborazione con Francesco Micalizzi, questo il suo nome, e con The Entertainer è più solida che mai ed io, fortunatamente, non peso più 42 chili! Dopo questa prima esperienza non ho più smesso di scrivere, anzi, ho avviato la collaborazione con alcune testate, variando dunque l'approccio alla notizia in base al ruolo che ho di volta in volta, addetta stampa o meno. Però sto divagando. Come si lavora in un ufficio stampa... Gli inizi, come vedi, possono essere anche i più improbabili. Per incrementare gli incarichi vale lo stesso principio che regola altre professioni: o sei conosciuta e apprezzata personalmente o attraverso il passaparola di chi conosce la qualità e i risultati del tuo lavoro. Il tuo è un lavoro che si sceglie, dunque ti deve veramente piacere.

Ma qual è la cosa che più ti piace del tuo lavoro? E perché?
Ne sono totalmente innamorata. Sono sempre stata attratta dalla scrittura, ma mi interessavano maggiormente gli aspetti letterari (ho frequentato diversi laboratori di scrittura l'ultimo dei quali con Silvana La Spina). Oggi le mie passioni e le mie attitudini si sono trasformate in una professione. La musica, le iniziative culturali in genere, lo studio e l'approfondimento facevano già parte della mia vita, oggi ancora di più. Altro elemento che mi tiene stretta a questo lavoro è la possibilità di imparare ogni giorno qualcosa. E provo un grande piacere anche quando si invertono i ruoli e sono io, attraverso le cose che scrivo da addetta stampa o da “normale” giornalista, che suscito una curiosità che si traduce poi in conoscenza per gli altri. Grazie alla collaborazione con una testata nazionale che si occupa di sport equestri ho scoperto, agonismo a parte, tante manifestazioni legate alla cultura del cavallo in giro per l'Italia, spesso in comuni dei quali, ammetto, non conoscevo neanche l'esistenza. Scoperta multipla dunque: le manifestazioni, le città e tutto ciò che fa da corollario come la gastronomia di un determinato luogo, la storia, i monumenti e il resto. Insomma viaggiando tanto cerco di imparare quanto più possibile direttamente sul campo e chi mi legge, forse, condivide con me una parte di queste scoperte. Tornando alla musica ti racconto un piccolo episodio: Note di Notte 2005, chiacchiero con uno spettatore e, dopo avergli accennato le impressioni del primo ascolto di un cd solo piano di Stefano Battaglia, gli consiglio di non perdere il suo concerto inserito nel cartellone del Festival. Bene, ancora oggi mi ringrazia per avergli fatto conoscere questo straordinario artista e si commuove ricordando le sensazioni della sera del concerto. Ho toccato una corda sensibile ed un musicista che apprezzo tantissimo ha un nuovo estimatore. Ho attivato un circuito di emozioni. Fantastico. Aggiungo che il continuo contatto con la gente è per me calamita. Sapere poi cosa mangia uno o quali fissazioni ha l'altro è un altro aspetto piacevole e divertente del mio lavoro. Ma forse perché sono curiosa di natura.

Cosa preferisci meno? E, naturalmente, perché?
La prima cosa che mi viene in mente è rinunciare a diverse ore di sonno, tenere ritmi non convenzionali. Proprio in questi giorni, ad esempio, durante le serate di Note di Notte è consuetudine che si facciano le 4 del mattino ed io alle 9 sono comunque sveglia e lucida, due caffè già bevuti e pc acceso per fare il resoconto della serata, selezionare le foto ed inviare tutto, tra una richiesta e l'altra, entro le 12. Mi è capitato anche, tornando agli sport equestri, di non potere assistere ai momenti clou delle manifestazioni per le quali lavoravo perché chiusa in una stanza davanti al pc, sempre per l'esigenza delle redazioni di avere le notizie entro una determinata ora. È bello operare dietro le quinte, ma a volte preferirei essere solo spettatrice e godermi uno spettacolo solo per me stessa. Pensandoci bene, qualche arrabbiatura ogni tanto per aver trovato sui giornali informazioni diverse da quelle inviate attraverso i comunicati... E ci sono mesi in cui tra uffici stampa e servizi per il giornale sono a casa solo due o tre giorni al mese. È pesante.

Lavorare per "The Entertainer" è un punto di arrivo o di partenza?
È stato il punto di partenza, ma rappresenta esattamente ciò che mi sarei augurata se avessi scelto coscientemente questo lavoro. Perché si tratta di una associazione culturale che propone cose sempre nuove, di grande qualità ed ha una forte componente pionieristica. E a me le sfide piacciono. Perché con Mariolina c'è una grande sintonia e per lei non sono “soltanto” addetta stampa. Mi coinvolge integralmente nel suo lavoro e così mi trovo a seguire ogni dettaglio di ciò che organizza, dalle linee di programmazione da dare alle diverse stagioni alla scelta degli artisti e della grafica. Tutto ciò che poi devo comunicare, dunque, è molto partecipato, non è una “imposizione”, un passaggio di dati dall'organizzatore all'addetto stampa, ma una scelta condivisa. Ho lavorato con altri organizzatori altrettanto illuminati e coinvolgenti, ma non si trattava di musica. Diciamo che ad ogni nuovo incarico mi auguro di trovarmi in contesti stile The Entertainer, di qualunque genere sia l'iniziativa da promuovere.

Se non avessi fatto questo lavoro, che cosa ti sarebbe piaciuto fare?
L'insegnante di materie umanistiche al liceo. Al liceo perché credo che gli studenti di quella fascia d'età siano quelli più permeabili agli spunti che fornisce un professore. Gli alunni di elementari e medie sono troppo piccini, all'università c'è troppo casino, aule strapiene…non c'è rapporto umano. Sì, l'insegnante senza dubbio. Perché la strada tracciata dai miei studi mi avrebbe portato a quello e perché considero l'insegnamento, se vissuto con passione, con il piacere di trasmettere qualcosa agli altri, una forma sublime di comunicazione.