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Quattro passi in compagnia

La Città, 1 luglioo 2006

 
Vi consigliamo i percorsi migliori per trascorrere l’estate più calda all’insegna delia conoscenza

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La nostra provincia, di stagione in stagione, e sempre più conosciuta e visitata da turisti che arrivano da tutta l’Italia e, a volte, anche dall’estero.
Le bellezze architettoniche e culinarie, messe in vetrina anche dalla fortunata serie di film tratti dai romanzi di Andrea Camilleri sul commissario Montalbano, fanno da traino ad un intero comparto.
Ma il turista clic si ferma da queste parti, oltre alle chiese, alle piazze e ai dolci, ha anche un enorme patrimonio ambientale da conoscere e ammirare. Nella nostra provincia, e vi includiamo anche territori che, pur appartenendo a livello amministrativo alla provincia di Siracusa, dal punto di vista naturalistico fanno parte di diritto degli Iblei, è infatti possibile effettuare molteplici escursioni in un territorio per certi aspetti ancora vergine. Abbiamo cosi deciso di offrire ai lettori de “La
Citta” una breve guida sui percorsi naturalistici più belli del nostro territorio, almeno a nostro parere.
Per far questo abbiamo chiesto l’aiuto e la consulenza di Nanni Di Falco, Turi Denaro e Maurizio Roccuzzo, le guide ambientali escursionistiche della Cooperativa “Kalura” (www.kalura.org) di Ragusa.
Una delle caratteristiche dell’altopiano ibleo sono le cave, sorta di canyon naturali, creati dal lento scorrere dei fiumi nel corso dei millenni. Una delle escursioni più belle per farsi un’idea di queste cave è quella che parte da Ragusa e, passando per Ibla, arriva alla cava Misericordia.
Punto di partenza per la nostra escursione è piazza Carmine a Ragusa, anche se in origine era previsto fosse piazza Stazione: alla fine di questo articolo capirete perché siamo stati costretti a cambiare.
Dalla piazza parte una lunga scalinata, magari meno famosa di quella di Santa Maria delle Scale ma non meno suggestiva, che vi accompagna fino al quartiere San Paolo, a Ragusa Ibia. Arrivati giù, incamminatevi verso piazza della Repubblica, oltrepassate la chiesa del Purgatorio e la via del Mercato (le lasciate alla vostra destra) e imboccate, a destra, una piccola stradina in discesa (si trova quindi tra via del Mercato, che vi porterebbe nel centro di Ibla, e via Mazzini, che invece sale su per tornare a Ragusa superiore), detta anche la via della Filanda, per il fatto che gli abitanti di Ibla vi andavano per lavare i panni.
Scendendo questa stradina si arriva al torrente Mastratto. Un piccolo ponte vi aiuta a oltrepassarlo e, una volta dall’altra parte, imboccate una stradina sterrata in salita ma facile da percorrere.
Salendo, di tanto in tanto, fermatevi e prendetevi il tempo per ammirare, alla vostra destra, una spettacolare veduta di Ibla.
Una volta giunti in cima alla strada, il pizzino, e magari dato un ultimo sguardo a Ibla, siamo pronti per imboccare, a sinistra, la cava Misericordia.
La cava si presenta come un enorme squarcio sull’altopiano.
La vegetazione è rada ma è in corso un rimboschimento da parte della Forestale. L’acqua che vi scorre è scarsa, dato che negli anni Trenta le sorgenti sono state utilizzate per approvvigionare Ibla.
La cava e anche detta dei 100 mulini o re’ Ciaramiri (delle Tegole) perché era lì che si prendeva la creta per fare, appunto, le tegole usate, dopo il terremoto del 1693, in tutta Ibla. Si dice che una catena umana facesse arrivare le tegole dalla cava alle zone in cui si ricostruiva.
I diversi mulini che sono ancora rimasti in piedi e che sono stati ristrutturati dalla Forestale si possono, purtroppo, visitare soltanto tanto dall’esterno.
Appena entrati nella cava, trovate una sorgente-di acqua potabile. Qui potete fare la prima sosta e approfittare della sorgente per bere una buona sorsata di acqua fresca.
A metà della cava si incontra, sulla destra, un Romitorio, un convento dove, intorno al 1500 i frati e gli abitanti di Ibla vi si recavano per la preghiera e la meditazione. Anche questo edificio è stato ristrutturato (dalla Provincia) ed è stato dato in gestione a Legambiente. A differenza dei mulini, e possibile visitarne l’interno.
Proprio sotto il Romitorio potrete ammirare un “urvo”, una sorta di marmitta carsica, una specie di laghetto, non raggiungibile a piedi, nel quale si è sviluppata una vera e propria nicchia ecologica.
Dopo essere rimasti affascinati per come la natura possa essere meravigliosa, è giunto il momento di tornare indietro.
Fino a qualche anno fa, per ritornare alla base di partenza, vi avremmo consigliato di arrivare fino al pizzino e qui, invece di andare a destra e ritornare in piazza della Repubblica, vi avremmo detto di imboccare a sinistra la stradina in discesa (è asfaltata) che, dopo circa 1,5 km, vi avrebbe fatto sbucare di fronte alla stazione di Ragusa Ibla. La risalita in treno, da Ibla a Ragusa, è un’esperienza che, da sola, vale la fatica fatta finora, sia per i panorami che si intravedono tra una galleria e l’altra, sia perché, caratteristica crediamo unica in Italia, la littorina (in questo lembo di Sicilia siamo ancora a questo!) percorre una galleria elicoidale che permette, in pochi metri lineari, di superare il forte dislivello che separa Ibla da Ragusa. La galleria costeggia l’ospedale di Ibla e, una volta ritornati alla luce, la bellezza della veduta che si ha sul centro barocco vi abbaglierà.
Purtroppo, ormai, la stazione e diventata un ristorante alla moda (ecco perché vi abbiamo consigliato di partire da piazza Carmine) e dunque, se volete vivere quest’emozionante esperienza, non avete altro modo che andare a prendere il treno a Modica. Se vi siete incamminati verso la stazione di Ibla, vi separano circa 2 km di strada (la statale 194 Ragusa-Giarratana), per arrivare a piedi fino ai Giardini iblei. Da lì, ma l’attesa può essere di diverse decine di minuti, un autobus urbano vi porterà fino a Ragusa. Altrimenti, la fermata dell’autobus per ritornare su si trova all’incrocio tra via del Mercato e via Mazzini, appena lasciata la stradina della Filanda.
Quando sarete in piazza Carmine, magari ancora disgustati per l’attesa del bus, prima di salire in macchina, ricordatevi di comprare una cartolina e spedirla a Trenitalia per chiedere la riapertura della stazione di Ibla. Non la otterrete (otterremo) ma almeno avrete fatto sapere a Trenitalia che c’è ancora qualcuno che vorrebbe prendere il treno a Ragusa Ibla.