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Ciao Lorenzo
Operaincerta, 14 maggio 2006
Tracce di blues
Ho conosciuto Lorenzo Vecchiato nel 2002. Le nostre strade, come spesso succede, si sono incrociate grazie ad un’amicizia in comune.
Lorenzo era grande e grosso, ma a dispetto del suo aspetto fisico era una persona buona e gentile. Generosa.
In realtà non ci siamo visti spesso: lui trevigiano, io ragusano, ci incontravamo quando, di tanto in tanto, tornavo a Treviso. Ma già fin dalla prima volta ci siamo odorati e piaciuti, siamo diventati amici.
Amante del rugby e del blues, ha giocato al primo (pilone) e suonato il secondo (chitarra). Da molti anni aveva appeso le scarpe al chiodo e da un po’ meno aveva fatto lo stesso con la chitarra. Ma gli era rimasto il piacere di guardare lo sport con la palla ovale e di ascoltare la musica del diavolo.
Il blues, Lorenzo, lo conosceva bene. Così bene che, quando nel luglio del 2003 avevamo dato vita al progetto Operaincerta, Lorenzo si era subito unito a noi e aveva dato il suo contributo attraverso consigli, intuizioni e gli articoli per Tracce di blues.
Due anni fa, in estate, ci eravamo visti. Era preso dai preparativi per le vacanze e dai quarant’anni di Giulia; avevamo parlato, come spesso ci accadeva, di viaggi, di rugby, di musica, di Operaincerta. Sembrava che tutto andasse bene.
Una settimana dopo, improvvisamente, invece la notizia di un tumore nel cervello di Lorenzo ci aveva presi in contropiede, ci aveva fatto star male.
Il successivo intervento chirurgico era andato bene, per quanto un intervento chirurgico al cervello non restituisca mai le persone così com’erano prima. A Lorenzo era andata via un po’ di vista e gli erano rimaste un po’ di difficoltà motorie. Ma la sua vita, più o meno regolare, era lentamente ricominciata e a fine 2005 era anche riuscito a tornare al lavoro.
Due mesi fa, di colpo, la nuova ricaduta: prima un fastidioso mal di schiena, poi la perdita di sensibilità ai piedi e, pian piano, alle gambe, al bacino, al busto.
Lorenzo, nel giro di pochi giorni, si era ritrovato paralizzato dal busto in giù ed era stato rioperato d’urgenza, non più per riportarlo alla vita ma per allungargliela ancora di qualche settimana.
Gli ultimi giorni sono stati duri, per Giulia, per la sua famiglia, per gli amici e, evidentemente, per lui.
L’ultima volta che ho visto Lorenzo è stato appena dopo Capodanno e mi è sembrato stesse bene, era sereno seppur angustiato perché ancora si muoveva con incertezza e per la sua vista che ancora non gli permetteva di guidare.
L’ultima volta che ho sentito Lorenzo è stato all’inizio di marzo, appena dopo il secondo intervento, quando ancora era in ospedale. Giulia mi aveva prevenuto dicendomi che Lorenzo stava sempre più chiuso nel suo silenzio e che quando qualcuno andava a trovarlo in ospedale, dopo un breve saluto, si chiudeva a fissare il muro di fronte a lui. Quella volta a me era andata un po’ meglio: avevamo discusso del Sei Nazioni di rugby e del numero di Operaincerta che stava per uscire. Sentivo che il suo umore non era granché ma, non so se fingeva per me o ci credeva veramente, lasciava trasparire un certo ottimismo riguardo al suo futuro.
Nella notte tra il 2 e il 3 maggio Lorenzo (avrebbe compiuto 42 anni tra qualche giorno) è andato via, lasciando un vuoto nei nostri cuori e, cosa infinitamente meno importante, tra le nostre pagine.
Lorenzo per Operaincerta ha scritto tanti articoli, soprattutto per Tracce di blues. Ha iniziato la sua collaborazione nell’agosto 2003, con i primi numeri zero, e ha continuato a scrivere fino al numero di febbraio, saltando solo due uscite, nell’estate del 2004, a causa dell’intervento chirurgico.
Sul prossimo numero pubblicheremo uno speciale Tracce di blues che raccoglierà tutti gli articoli che Lorenzo ha scritto per la sua rubrica.
Poi Tracce di blues andrà via insieme al suo curatore: sarà il nostro modo per ricordare Lorenzo Vecchiato.
Ciao Lorenzo.