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L’ipermercato a cielo aperto

La Città, 22 aprile 2006

 
L’Ascom propone la creazione di un centro commerciale naturale con una estensione di 350.000 metri quadrati.
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Vi piacerebbe andare a fare la spesa in un centro commerciale grande circa 350.000 metri quadri e con al suo interno alcune centinaia di negozi?
Se la proposta dell’Ascom di Ragusa, l’Associazione dei Commercianti, di istituire un “Consorzio di Via” dovesse essere accolta dalla nuova Amministrazione comunale, questo sogno potrebbe diventare realtà.
Da qualche tempo l’Ascom iblea ha cominciato a proporre alle varie Amministrazioni che si sono succedute e ai cittadini diversi progetti per riqualificare e valorizzare il centro storico di Ragusa superiore. Un paio d’anni fa, per esempio, ne aveva presentato uno per il recupero di villa Margherita, nel quale erano previsti locali di interesse sociale, un teatro e un parcheggio.
Adesso, la nuova proposta dei commercianti iblei si chiama “Consorzio di Via” ed è. né più né meno, un grosso centro commerciale all’aperto.
In che cosa consiste la proposta? Il progetto dell’Ascom prevede che negozi all’interno del quadrilatero compreso tra via Salvatore, via Mario Leggio, corso Italia e piazza San Giovanni si consorzino in modo da sfruttare le possibilità che si offrono ad un grande centro commerciale: pubblicità comune, forniture meglio organizzate, maggiore visibilità per ciascun negozio. E per riuscire a richiamare i consumatori, i commercianti del capoluogo chiedono che l’intera area interessata venga riarredata: si dovrebbe ripavimentare il fondo stradale e i marciapiedi, installare delle panchine, interrare i fili elettrici, compresi quelli delle lampade per l’illuminazione, e, conseguentemente, effettuare la posa di nuovi lampioni più adatti al contesto, il tutto per rendere quel quartiere più bello e invitante, agli occhi dei cittadini/consumatori. I lavori si dovrebbero fare a moduli, partendo da piazza San Giovanni per poi allargarsi, poco a poco, nelle altre vie. La condizione chei commercianti pongono però è, udite udite, che la zona interessata sia chiusa al traffico privato. E quando dicono chiusura non parlano di quello che si è finora fatto al sabato e alla domenica in via Roma. “La chiusura al traffico non si fa mettendo due vigili e inibendo alla gente il passaggio su via Roma – ci ha confermalo Angelo Chessari, presidente dell’Ascom di Ragusa – non si deve chiudere il centro solo per un giorno o per una settimana, perché questo non abitua la gente. Il centro deve stare sempre chiuso perché solo se ben arredato e chiuso sette giorni su sette si riesce a far abituare il consumatore, il cittadino, a venire in un posto bello con i mezzi pubblici. A Ibla ci si va perché è bello anche se si sa che per andarci si deve parcheggiare la macchina distante due chilometri. Il centro di Ragusa alta, invece, si sta svuotando perché non riesce più ad emozionare”.
Il progetto, chiaramente, non è stato improvvisato e per farlo l’Ascom si è avvalsa della collaborazione di diversi architetti e urbanisti che hanno preso spunto da quanto è già stato fatto in città come Genova, Perugia e Bari.
È evidente che un progetto di tale portata presuppone una revisione del piano della viabilità urbana e, conseguentemente, un molo importante dovrebbe svolgerlo il costruendo parcheggio di piazza del Popolo. A questo proposito Chessari ci ha dichiarato che l’Ascom “è favorevole alla realizzazione del parcheggio perché la difficoltà di posteggio in centro è uno dei principali problemi della nostra città e piazza del Popolo è un punto nevralgico. Chi vuole andare a fare spesa o in ospedale o in qualche ufficio, avrà solo da parcheggiare e sarà già in centro. E poi, visto che le somme occorrenti ormai sono state stanziate, tanto vale realizzarlo. Certo che se si potesse tornare indietro, avanzeremmo proposte alternative, come quella di villa Margherita, che sarebbe stata meno invasiva per la città e sarebbe anche costata meno. Con la cifra stanziata per il parcheggio sotterraneo si sarebbero potuti creare circa 1.500 posti auto”.
Il progetto dunque è già pronto e, almeno sulla carta, prevede anche una seconda fase che comprende la zona racchiusa tra via Mario Leggo, via Generale Cadorna (la cosiddetta “serra”), via Mario Rapisardi e corso Italia. Cosi, l’aera interessata da questo grande centro commerciale all’aperto sarebbe di circa 350.000 metri quadri e avrebbe un costo di realizzazione, chiavi in mano, di circa 10 milioni di euro, da diluire in 4 anni, mentre limitandosi solo alla prima fase, la spesa ammonterebbe a circa 3-4 milioni di curo. “Nel perimetro tra corso Italia e via Cadorna – è Giovanni Giglio, responsabile per i Centri Storici dell’Àscom di Ragusa, che parla – ci sono circa 120 locali commerciali sfitti. Il recupero di quella zona eviterebbe la desertificazione del quartiere. Perché quando mancano i negozi e i servizi, i quartieri si spopolano. Nel nostro progetto sono anche previsti spazi per gli artigiani, due parcheggi, uno nella zona di via Mario Rapisardi e l’altro nella parte bassa di via Cadorna, per un totale di 800 posti macchina, dei quali un terzo da rivendere a prezzo di mercato ai residenti. Prevediamo anche l’offerta di alcuni servizi ai cittadini come la creazione di spazi peri bambini”.
Il progetto, per com’è presentato dai responsabili dell’Àscom iblea, pur non essendo né molto ambizioso, né molto nuovo (in altre città esperienze di questo tipo si sono già fatte da anni), rapportato alla nostra provincia sembra un sogno, sembra il paese delle meraviglie. Noi invece ci chiediamo che accoglienza avrà da parte della nuova Amministrazione, considerando che i nostri politici spesso sono miopi e vanno alla ricerca del facile consenso, e che risposta avrà da parte dei cittadini/consumatori, visto che nella nostra città gli ipermercati e i centri commerciali tradizionali stanno spuntando come funghi, mentre la disponibilità economica dì ciascuno di noi, ben che vada, è rimasta invariata. I commercianti sono ottimisti e si dicono convinti di poter vincere la guerra dei centri commerciali con la qualità e la competenza. Noi restiamo perplessi anche perché, ad esempio, il costruendo centro commerciale dell’Ipercoop e dimensionato per servire un bacino d’utenza di circa 450.000 abitanti.
Chi saranno questi potenziali clienti se la nostra provincia, di abitanti, ne ha poco meno di 300.000?
Comunque sia, la proposta dell’Àscom ha almeno il merito di mettere sotto i riflettori lo svuotamento e lo svilimento di un quartiere che fino a un ventennio fa era considerato il salotto buono della città e che invece adesso sta rischiando l’abbandono.
Infine una considerazione: per parlare con il presidente dell’Àscom ho lasciato per circa un’ora la mia moto in via Mario Leggio, in zona blu. Al momento di rimettermi in sella ho trovato l’avviso di accertamento per mancata esposizione del titolo di pagamento.
Ora, al di là del fatto che sia giusto o meno che una moto debba pagare il parcheggio, visto che la moto occupa meno spazio di un’auto e non contribuisce quasi per niente agli ingorghi, se si dovesse veramente chiudere al traffico tutto il centro storico, come si riuscirebbe a far mandar giù, agli ausiliari del traffico e alla cooperativa che gestisce le siriaco blu l’idea di perdere una consistente parte del proprio dominio, considerando l’avidità e l’ottusità con cui coltivano il proprio orticello?