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La magia delle note

Operaincerta, 14 settembre 2005

 
I festival e gli spettacoli estivi in provincia di Ragusa

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A proposito della musica, si sono dette e scritte tante cose: che con la musica si possono unire le persone (chi non ha passato almeno una serata a mangiare, cantare e bere, sentendo così tanta bontà dentro che se fosse possibile venderla saremmo ricchi?), i popoli (ricordate Noa e Kahled che cantano “Imagine” in israeliano e in arabo?), che con la musica si possono dire cose altrimenti difficili da esprimere.
La musica ha una funzione aggregante, diffonde cultura. Ai nostri giorni è anche un potente veicolo turistico. Forse, proprio per questo motivo l’estate è un fiorire di iniziative e festival un po’ ovunque.
Nella provincia di Ragusa, giusto per restare dalle nostre parti, si sono svolte (di una, il “Settembre Casmeneo”, che è ancora in corso di svolgimento, parleremo sul prossimo numero) tre iniziative molto interessanti. Ci riferiamo a “I venerdì del Ponte Vecchio”, a “Sentieri umani” e a “Note di notte”.
Il ponte dei Cappuccini di Ragusa, meglio conosciuto come Ponte Vecchio, un ponte a doppio ordine di arcate, fu fatto costruire nel 1820 per l’interessamento, appunto, dei frati cappuccini, in particolar modo di padre Occhipinti Scopetta, allo scopo di superare la valle del Gonfalone. Questo ponte, insieme agli altri due, fa ormai parte dell’iconografia della città di Ragusa, anche se nel corso degli anni il suo degrado è andato sempre più crescendo.
Ma adesso, dopo il restauro di alcuni anni fa, il ponte rivive una nuova giovinezza, anche, grazie a “I venerdì del Ponte Vecchio”.
La rassegna, nata grazie all’intuizione di Tonino Cascone, il gestore del pub “Peppe Nappa”, che, di sua iniziativa e a sue spese, ha cominciato ad organizzare delle serate dedicate alla cultura, è al suo terzo anno di vita e, forse, finalmente, da quest’anno comincia ad avere una certa visibilità dato che, oltre agli abitanti del quartiere “cappuccini”, cui specialmente si rivolge, coinvolge anche gli abitanti dell’intera città di Ragusa.
L’inizio, dunque, è stato in sordina e per due anni tutto il lavoro è stato svolto esclusivamente da Tonino, che lo ha fatto con piacere e passione ma anche con tanta fatica. “Ma continuare in quel modo era difficile. Quest’anno, invece, per fortuna, c’è stato l’aiuto del Comune di Ragusa. Spero che questo sia solo l’inizio e che, anche nell’aiuto dei cittadini, si possa far diventare il “Ponte Vecchio” un posto bello. Qualcosa si sta muovendo e per il momento questo mi basta. Poi si vedrà!”.
Qualcosa si sta muovendo significa che, adesso, alle spalle di Tonino Cascone c’è il Comitato Spontaneo “Ponte Vecchio”, col professore Giovanni Corallo in prima fila, e la richiesta, diretta all’Amministrazione Comunale, di “abbellire” il ponte con delle panche, per dare modo alla gente di sedersi perché “sedersi sul ponte è fantastico” e con un impianto di illuminazione degno della bellezza del ponte.
Nel cartellone, oltre al concerto di Claudio Lolli, ci sono anche, tra gli altri, i concerti del “Guglielmo Tasca Trio”, un concerto-omaggio a Rosa Balistreri, la proiezione di uno spettacolo di Fabrizio De Andrè, e serate dedicate ai cantastorie, alla lettura di poesie, alla discussione sulle tossicodipendenze, alla visione di vecchi film in bianco e nero.
Insomma, i Venerdì del Ponte Vecchio, pur con l’ambizione di rivolgesi agli abitanti del quartiere “cappuccini” e ai cittadini che non passano l’estate a Marina di Ragusa e nei centri balneari limitrofi, vogliono essere, è Giovanni Corallo ad affermarlo, “un’occasione per far sì che i cittadini si riapproprino della propria città e della loro identità”. E ci sembra proprio che ci siano riusciti.
“Sentieri umani”, invece, si presenta con l’immagine del festival stile “Woodstock”, tre giorni di mare, musica e pace. Qui siamo solo alla seconda edizione (alla prima hanno partecipato artisti del calibro di Caparezza, Roy Paci e 99 Posse) ma già si vede la maturità del festival, forse perché questo è figlio, o nipote, di un altro, tenuto nel 1997 a Piazza Armerina (si chiamava, evidentemente, “Woodstick”) e poi, dal 2000 (“Integrazioni”), a Comiso.
“Sentieri umani” è organizzato dall’associazione “Macedonia”, con l’obiettivo di organizzare, in provincia di Ragusa, un festival concentrato in pochi giorni. Infatti fino a quel momento, in provincia, si erano tenevuti solo concerti “singoli, slegati tra di loro e legati, invece, da un discorso prettamente commerciale. Invece la nostra iniziativa”, è Biagio Battaglia che parla, uno dei responsabili dell’associazione Macedonia, “vuole andare oltre alla questione commerciale e offrire dei concerti di buona qualità a prezzi molto bassi”.
Musica per trasmettere valori e per dare una vetrina al mondo dell’associazionismo impegnato (Amnesty, la LAV, Emergency, le Botteghe della Solidarietà), un momento di rapporto diretto con la gente.
Una particolarità che l’associazione Macedonia tiene ad evidenziare è quella di aver organizzato iniziative solo nei comuni governati da amministrazioni di cui condividono la prospettiva politica (i primi cinque anni di amministrazione Di Giacomo a Comiso, l’amministrazione Solarino a Ragusa, che si è schierata, ad esempio, contro la privatizzazione dell’acqua o contro l’apertura del Centro di Permanenza Temporanea in città o che ha aperto le porte agli incontri con Alex Zanotelli o con don Luigi Ciotti) e di non avere sponsor commerciali.
Un socialfestival, potremmo definirlo, che dà attenzione alla musica, una musica sganciata dai circuiti commerciali e che trasmette anche una serie di messaggi, ma senza andare oltre, senza cioè dare al festival il marchio di iniziativa pesante, politico, ideologico. Il festival vuole semplicemente fare divertimento all’interno di un contesto impegnato.
Ancora altro è “Note di notte”, il festival, alla sua quarta edizione, organizzato dall’associazione “The Entertainer”, con la direzione artistica di Mariolina Marino che è il “deus ex machina” di tutta l’organizzazione.
“Note di note” si propone come un festival diverso da tutti gli altri, con l’obiettivo di coniugare buona musica (soprattutto etnica, jazz e progetti nuovi) a location suggestive come lo sono le ville della campagna iblea. La Marino è una musicista, amante della musica, che da vent’anni organizza spettacoli, all’inizio stagioni concertistiche tradizionali e, da qualche anno, eventi più innovativi perché, come lei stessa dice, “bisogna sprovincializzare la cultura e fare circuitare i grossi nomi, oltre che a Catania e a Palermo, anche nella nostra provincia. I gusti del pubblico si evolvono e, dunque, mettendo insieme le visioni di chi organizza, del musicista e del pubblico, è nato Note di notte, un festival che vuole portare la musica in luoghi inediti, informali, luoghi che nascono come destinati ad altro.”
“Note di notte”, in realtà, prima di essere “Note di notte”, erano una serie di spettacoli concertistici organizzati nelle ville del modicano che poi, a poco a poco, anno dopo anno, sono diventati il festival che da quattro anni conosciamo.
Quest’anno i comuni nella provincia di Ragusa interessati sono stati sette e le ville in cui si sono tenuti gli spettacoli sono state nove, compresi il parco archeologico di Caucana e il castello di Donnafugata.
“Noi stabiliamo le connessioni”, è sempre Mariolina Marino che parla, “perché i luoghi belli ci sono, c’è anche la voglia di tanti amici che hanno voglia di mettercele a disposizione e ci sono tante proposte musicali interessanti. A volte sono gli stessi Enti e Comuni, che a diverso titolo promuovono l’iniziativa, a proporsi per ospitare le serate.”
Una caratteristica del festival, oltre a quella di scegliere le proposte musicali in relazione al posto in cui si terranno, è quella dei rinfreschi che si tengono alla fine di ogni spettacolo. L’idea del rinfresco è nata, nelle calde serate estive siciliane, dalla sete del pubblico che partecipava agli spettacoli, visto che gli stessi si tenevano in luoghi lontani dai centri abitati. Poi, con l’evoluzione del festival anche quest’offerta si è evoluta e adesso si tratta di vere e proprie cene in piedi. “Vogliamo coccolare il nostro pubblico e allo stesso tempo prestare più attenzione ai sapori della nostra terra”.
Su una cosa, infine, noi di Operaincerta volevamo porre l’accento: l’estrema professionalità dell’organizzazione che si è dotata di un ufficio stampa veramente efficiente, che ha preparato ogni serata con cura quasi maniacale (indicazioni stradali per raggiungere le sedi degli spettacoli, parcheggi gratuiti con parcheggiatori), che ha fatto accompagnare la rassegna da un libretto in cui si trova ogni sorta d’informazione, dalle biografie degli artisti alla storia delle ville sede degli spettacoli.
Un festival che, riuscendoci, ha voluto sorprendere e, allo stesso tempo, far sognare gli spettatori.